Lombardia, gelo Monti-Bersani

foto Ansa
"Non solo sarò in gara ma fermerò i barbari sognanti, siamo come la decima legione." Albertini usa queste parole per tranquillizzare il segretario democratico che, proprio sulla sua possibile rinuncia in regione per correre solo al Senato, era scattato ieri ("Monti non aiuti Berlusconi a togliere le castagne dal fuoco, voglio capire contro chi combattono").
Dal canto suo Formigoni, fino a ora sostenitore di Albertini, oggi porebbe annunciare la sua decisione di cambiare fronte. Si parla di una decina di posti in Regione nelle liste del Pdl e di cinque parlamentari chiesti al Cavaliere in cambio del tradimento di Albertini. Ma Formigoni su twitter smentisce: "Le mie decisioni non sono legate a nessuna trattativa sui posti ma a una concezione della politica come azione per il bene comune".
Sul fronte lombardo i centristi, insomma, sembrano decisi a condurre una battaglia elettorale che non comprometta il rapporto futuro con Bersani. Ma dal dal lato del Senato invece la triade Monti-Casini-Fini sta facendo di tutto perché i democratici non abbiano la maggiornaza. Obiettivo che orienta scelte e candidature: per evitare la vittoria del centrsinistra correranno a Palazzo Madama Casini, Buttiglione e Oliviero.
Se a questo quadro si aggiunge il fatto che, in Lombardia, si eleggono ben 49 senatori si capisce perché la battaglia decisiva si combatta proprio in questo quadrante. Il pacchetto è tanto sostanzioso da influenzare in modo definitivo le maggioranze. La coalizione vincente in quella circoscrizione strappa 27 eletti. Ed ecco, allora, che per i centristi è meglio che sia Berlusconi ad avere la meglio per poi obbligare Bersani a trattare l'intesa.
Nessun commento:
Posta un commento