La Lombardia fa tremare il Pd
E Bersani chiede aiuto al Prof
Alessandro Farruggia
ROMA
BERSANI chiama Monti. Impazza il confronto per Palazzo Madama e sarà battaglia all’ultimo voto in una Lombardia che con i sui 49 seggi senatoriali rischia di essere decisiva per la governabilità del Paese come l’Ohio lo è stato per Obama. Lo scontro finale si deciderà anche in ...
ROMA
BERSANI chiama Monti. Impazza il confronto per Palazzo Madama e sarà battaglia all’ultimo voto in una Lombardia che con i sui 49 seggi senatoriali rischia di essere decisiva per la governabilità del Paese come l’Ohio lo è stato per Obama. Lo scontro finale si deciderà anche in ...
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Alessandro FarruggiaROMA
BERSANI chiama Monti. Impazza il confronto per Palazzo Madama e sarà battaglia all’ultimo voto in una Lombardia che con i sui 49 seggi senatoriali rischia di essere decisiva per la governabilità del Paese come l’Ohio lo è stato per Obama. Lo scontro finale si deciderà anche in altre tre regioni più o meno in bilico: Veneto, Sicilia e Campania. Ma è in Lombardia che con ogni probabilità si faranno i giochi e il Pd trema.
E così ieri il segretario del Pd ha mandato un segnale chiaro al Prof. «Serve — ha detto — una riflessione seria. Noi abbiamo fatto una scelta civica, loro si chiamano Scelta Civica: chissà che ci pensino. Non è una banalità guardare in faccia il rischio che Berlusconi e la Lega tengano ancora il comando in Lombardia. È una cosa seria e una posizione europeista deve fare una riflessione sulla Lombardia». Certo, Bersani ha anche ironizzato sull’acquisto di Balotelli messo a segno da Berlusconi («vi annuncio che sto trattando Messi per il Bettola football club..»), ma la preoccupazione rimane. E hai voglia che, scaramanticamente, Bersani ricordi come «alle comunali di Milano eravamo in vantaggio di sette punti e poi abbiamo vinto di otto».
OGNI ELEZIONE fa storia a sè. In America direbbero che il Lombardia il risultato è ztoo close to call» — le coalizioni sono troppo vicine per esprimere una previsione — e così è destinato a rimanere. Secondo un sondaggio di Tecnè per Sky Tg 24 del 28 gennaio il Pd sarebbe in vantaggio in Lombardia dell’1,5% , ma in netto svantaggio in Veneto (-8%) e in leggero svantaggio (-0,5%) in Sicilia. Ma un sondaggio sempre di Tecnè del giorno dopo, stavolta effettuato per Omnimilano e relativamente alle regionali e non alle politiche, vede il centrodestra avanti dello 0.9%: 39,2% contro 38,4%. Per i candidati presidenti Roberto Maroni ha il 39,6%, Umberto Ambrosoli 38,2%, Gabriele Albertini il 10,2%. Anche in un sondaggio effettuato il 28 gennaio dall’Ispo di Mannheimer perPorta a Porta il centrodestra sarebbe in vantaggio in Lombardia dello 0,8% e del 3,9% nel Veneto, mentre in Sicilia sarebbe davanti il centrosinistra di 1,2 punti percentuali. Come è chiaro: non v’è certezza. Su scala nazionale le medie dei sondaggi effettuate da ‘Termometro Politico’ nel periodo 15-24 gennaio vedono un centrosinistra a 151 seggi al Senato, quindi senza maggioranza, mentre il sondaggio Tecnè lo vede a 157, quindi a 1 seggio dal minimo che gli serve. Ma a coalizioni ‘destrutturate’ tutto cambierebbe. Ad esempio, secondo Tecnè, Bersani e soci arriverebbero a una maggioranza di 161 se si sommassero Pd senza Sel e Scelta Civica di Monti.
ED È ANCHE avendo questo ben chiaro, che ieri Vendola è tornato a rispondere a tono agli attacchi di Monti («Con un Vendola forte ci sarebbe quale problemino sui mercati) e di Ingroia («la tua coalizione sarà spazzata via dall’accordo Bersani-Monti»). La stilettata di Ingroia è quella che fa più male, ma Vendola ha sparato soprattutto contro Monti: «È un conservatore, il mio avversario ideale. Vuole portare l’Italia in una palude e nell’ingovernabilità. Ma io in una palude non nuoto. E poi la sinistra in Europa ha già baciato troppi rospi senza diventare principe azzurro. Non vale la pena baciarne altri». Neppure in Lombardia.
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