Perchè l’accordo Lega-PDL piace anche ai “duri e puri”.
Tra i “vecchi leghisti” come me c’è qualche deluso dall’accordo col Berlusca e molti mi dicono: “ma proprio tu che hai sbattuto furiosamente la porta quand’eri a TelePadania e che hai sempre parlato male del PDL adesso non contesti questo patto?”
No, anzi lo appoggio convintamente e cercherò di spiegarlo nel tentativo di essere utile a chi oggi è confuso o si sente tradito, ma non ha ragione di esserlo.
A suo tempo io e altri lasciammo il movimento convinti che la Lega dava tutto per non ottenere niente e, concedetemi, il federalismo fiscale si è rivelato in effetti una grande bufala.
Oggi però la situazione è ribaltata: Berlusconi accetta le nostre condizioni ed è la Lega a menare il gioco con un obiettivo non più fumoso ma concreto e palpabile: il governo della Lombardia, la creazione di un blocco nordista e le premesse per salutare Roma.
Sento dire che così rischiamo di rimandere Silvio a fare il premier: magari fosse così…
La verità è che ci ritroveremo il trio Bersani-Monti-Vendola, ma anche se fosse il Cavaliere chissenefrega! Non abbiamo sempre detto che di Roma ce ne freghiamo? Ecco, cominciamo a farlo!
Sento dire che occorre saltare un giro, lasciare la Lombardia alla sinistra e ritemprarci: scusate ma mi viene da ridere. Avete capito bene quel che ha detto Bersani? Dalla prossima volta voteranno milioni di musulmani che certo non sceglieranno noi e anzi ci prenderanno a randellate. Dalla prossima volta le elezioni saranno falsate senza scampo. Ora o mai più.
C’è poi una questione di opportunità e di strategia: la magistratura, sempre più schierata in politica, ha rimesso nel mirino la Lega e un cioccolatino mangiato da un consigliere del Carroccio viene descritto come un furto ai danni del popolo, mentre i tartufi col vinello e le magnate della sinistra vengono perdonate e spacciate come esigenze istituzionali. E allora? Allora con le TV e i giornali di Berlusconi si riesce a spiegare la verità, a difendersi, a contrattaccare. Senza, ci mettono in un angolo e ci bastonano.
Non crediate poi a quelli che dicono che al bar hanno sentito gente di sinistra che diceva che se andavamo da soli ci avrebbero votato. Tutte balle provate sulla mia pelle. Uscito dalla Lega ho fondato prima il “Fronte Indipendentista” e poi “Lombardia Autonoma”: sapete quanta gente si congratulava per la coerenza, la fierezza, la purezza etc. e mi diceva che ci avrebbe votato?
Una marea… di tutte le tendenze politiche: poi alla prova delle urne restavano le briciole. Perché? Semplice: la gente può anche condividere tutto quel che dici, ma se percepisce che non sei forte, che non hai mezzi, che forse non ce la fai, allora ti volta le spalle perché pensa che quel voto è bello ma inutile. Certo esiste anche il voto di protesta, ma quello oggi è appannaggio di Grillo, mentre chi voterà Lega vuole che Maroni governi saldamente la Lombardia come Tosi fa con Verona e l’idea di una alleanza col PDL da un lato forse delude, ma dall’altro infonde fiducia nella vittoria e spinge all’ingaggio e al voto.
Ultima, ma più importante, la motivazione ideologica: lo statuto speciale, le zone franche, l’80% delle tasse in regione era quello che noi “estremisti fuoriusciti” scrivevamo sui nostri volantini che facevano sorridere (o peggio) anche alcuni colonnelli della Lega che ci guardavano come dei poveri sognatori che non avevano capito niente. Beh…oggi quei temi sono enunciati con ancora più forza e credibilità da Maroni e sono diventati la colonna portante del programma della Lega. Cosa pretendere di più? Che senso ha lasciare oggi il movimento per farne brutte copie che ripetono lo stesso messaggio, ma non hanno nemmeno la forza di divulgarlo? Uniamoci e riuniamoci in un ultimo sforzo e insieme partiamo verso la Riconquista. Di casa nostra!
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