di Fabio Spaterna
È ufficiale: i 30 profughi provenienti dall’Africa occidentale attesi nelle prossime ore a Bergamo saranno ospitati alla Maresana, nella «Cà Matta» del Parco dei Colli. Dopo una settimana di polemiche, il via libera è arrivato dalla conferenza straordinaria dei sindaci dei 10 Comuni che controllano (insieme alla Provincia) il Parco, a cui appartiene la struttura. La delibera urgente, presentata dal presidente del Parco Lucio Marotta (rientrato martedì in tutta fretta dalle ferie per organizzare la seduta) e che prevede l’utilizzo gratuito della struttura fino al 29 agosto è stata approvata - come era prevedibile, visto che quasi tutti i primi cittadini appartengono al centrosinistra - a larga maggioranza: unici contrari l’assessore provinciale Alessandro Cottini, in sostituzione del presidente Ettore Pirovano, in ferie, e il sindaco di Torre Boldone Claudio Sessa.
Profughi, conferenza infuocata al Parco dei Colli
E proprio Sessa, ex alleato a livello locale del Carroccio, è stato applaudito a più riprese dalla quindicina di militanti leghisti (tra cui il coordinatore dei sindaci del Carroccio, Giovanni Malanchini e il capogruppo consiliare a Bergamo, Alberto Ribolla) che hanno assistito alla seduta, senza bandiere e senza le contestazioni ipotizzate in mattinata sui social network, con Malanchini che aveva attaccato il prefetto Francesca Ferrandino: «Vuole la guerra? Guerra sia. Cacciamo lei e il governo che rappresenta a calci, le vere rivoluzioni partono dalla resistenza a questi soprusi». La posizione dei Comuni di centrosinistra (compreso Ponteranica, dove si trova la Cà Matta) è spiegata dal sindaco di Bergamo, Giorgio Gori: «Il prefetto ci chiede un’ospitalità d’emergenza, e non possiamo esimerci dal farlo. Sappiamo che si tratta di una struttura destinata ad usi ambientali, ma abbiamo negoziato una finestra di 20 giorni al termine dei quali i profughi verranno presi in custodia da una struttura del Caritas».
Delibera approvata, quindi, con le richieste di Sessa di mettere nero su bianco le garanzie sulle condizioni di salute degli ospiti rimaste inascoltate. Discorso chiuso? No, perché ora la vicenda si sposta sul piano prettamente politico, con la Lega che in serata chiede le dimissioni di Marotta: «Alla prova dei fatti ha dimostrato di non tutelare gli interessi dell’ente che presiede, che sono esclusivamente di tipo ambientale. Ha tradito la fiducia di coloro che lo hanno eletto», attacca il segretario provinciale Daniele Belotti. Dal canto suo l’ex viceprefetto in quota Forza Italia - che in un primo momento aveva deciso autonomamente sulla questione, dando un primo via libera all’ospitalità - incassa con stile («Sono un uomo delle istituzioni e dando un primo assenso alla richiesta ho ragionato come tale. La Lega fa il suo lavoro e la rispetto, ma io resto qui»), ma comunque vadano le cose l’organigramma del Parco dei Colli è ormai destinato a cambiare. Subito dopo l’assemblea il vicepresidente (ed ex vice sindaco leghista di Ponteranica) Santo Giuseppe Minetti, che lunedì aveva sconfessato la decisione di Marotta invitando il prefetto a cercare un’altra sistemazione per i profughi dopo un Consiglio di gestione andato deserto, ha confermato le proprie dimissioni, che verranno depositate oggi con decorrenza dall’1 settembre.
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