“Simone
Girardin”
“La
Padania 25.01.2013”
La vicenda
dei contratti derivati del Monte dei Paschi, la banca più antica del mondo,
continua a tenere banco sulla scena politica ed economica nazionale; e non
solo. Tanto che in campo è costretto a scendere anche il ministro uscente dell'Economia,
Vittorio Grilli, che a margine della commemorazione per i dieci anni
della scomparsa di Giovanni Agnelli non lesina le stoccate. «Non è un fulmine a
ciel sereno», sottolinea Grilli a chi gli chiede di quanto stia emergendo a Rocca
Salimbeni e nel sistema bancario del Paese. «Sappiamo da un anno che la banca è
in una situazione problematica», aggiunge, escludendo però che si possa aprire
una crisi anche in altri istituti: «Non ho evidenza di problemi simi li in
altre banche ». Ma come si sia potuti
arrivare a questa situazione e perché non la si sia intercettata prima non pare
però essere un problema che riguardi il Tesoro: «Sui controlli - ha concluso Grilli
- dico solo che spettano alla Banca d' Italia». Quella stessa Bankitalia su cui
invece il capo dello Stato Giorgio Napolitano dice di avere «piena
fiducia». «Monti vada in Parlamento, riferisca e dica al Paese cosa è
successo», ha invece sentenziato il suo predecessore Giulio Tremanti a
margine della presentazione delle liste della lega Nord in Piemonte, dove è capolista
al Senato. Da Davos il Professore si è limitato a un secco commento: «Non è in
questione il tema dei controlli, ma è importante sottrarre questa tematica
dalla confusione che si sta creando attorno alla banca». «Quanto è stato detto
sugli interventi finanziari e sull'ammontare che sarebbe stato impiegato per
Mps e il gettito lmu - annota – è oggetto
di fantasie».
Di sicuro c'è che, come chiesto a gran voce dal carroccio, Monti
andrà in Parlamento per riferire sull'accaduto. Tradotto: stanato. Nel
frattempo l'ad di Mps, Fabrizio Viola, ha scritto a i dipendenti
sottolineando che l'istituto ha avviato un percorso di «reale cambiamento e
trasparenza gestionale ». In questa delicata fase, nessun commento è ancora arrivato
dalla Commissione europea. li portavoce del responsabile della concorrenza Joaquin
Almunia si è limitato a indicare che a metà dicembre l'Antitrust ha
approvato temporaneamente l'aiuto pubblico al salvataggio, cioè la ricapitalizzazione
per 3,9 miliardi di euro (attraverso i Monti band) per ragioni di stabilità
finanziaria . Il via libera è subordinato alla presentazione di un piano di
ristrutturazione entro sei mesi dal17 dicembre. Intanto Mps anche ieri è rimasta
in affanno a Piazza Affari dove i titoli della banca senese hanno perso un altro
SO/o dopo il crollo della vigilia e le accuse della Banca d'Italia sulla
documentazione che sarebbe stata tenuta nascosta dall'ex presidente della Rocca
e dell'Abi Giuseppe Mussari. Ma lo scandalo dei derivati sta agitando
anche la campagna elettorale. Il Pd è in forte imbarazzo. E il Pdl, come la
Lega, non smette di attaccare: «La vicenda Monte Paschi di Siena è scandalosa.
Quattro miliardi sono stati dati a questa banca prendendoli dalle tasche dei cittadini», ha detto il segretario
del Pdl Angelino Alfano. A tentare una strenue difesa del partito ci ha
pensato ieri Massimo D'Alema: «Il sindaco non è il Pd e il Pd non si è mai
occupato del Mps...».
Nessun commento:
Posta un commento