ELISABETTA SMENTISCE, MA È GIALLO
L'ultima vergogna di Fini: fa fuori i dirigenti locali per candidare i "tullianos"
Nelle liste di Gianfranco solo i fedelissimi. E tra questi c'è anche Totaro (il socio in affari della moglie Elisabetta). Il partito in rivolta contro il "capo"
10/01/2013
Elisabetta Tulliani e Gianfranco Fini
Rigido controllo delle liste? Fuori i nomi scomodi? Il nuovo che avanza? Bene. Prendete e archiviate tutta questa serie di balle che Mario Monti ci vuole propinare. Gianfranco Fini, sempre lui, semplicemente ha distrutto il castello ideologico del Professore. Si parla delle liste elettorali dei "centrini", e si scopre che in Puglia, l'incorreggibile Gianfranco, caccia tutti i dirigenti locali e gli uscenti del suo partitino. Ma infila in lista (il socio della moglie, Mario Totaro, legato a doppio filo a Elisabetta e a Nicoletta Romanoff, figlia diGiuseppe Consolo, avvocato di Fini già "imbucato" in lista al Senato. Con Monti e grazie a Fini, questa la sostanza, si candidano anche i "tullianos". Elisabetta Tulliani smentisce di essere socia con Totaro, ma la questione resta aperta.
La difesa di Totaro - Totaro, da par suo, spiega che "in relazione a fantasiose notizie di stampa circa la genesi della mia candidatura, faccio presente di essere iscirtto a Italia Futura fin dal 2011. Essendomi stato richiesto direttamente dalla direzione regionale di Italia Futura in Puglia di candidarmi come capolista al Senato nella lista per Monti, ho accettato volentieri l'incarico. Non vi è stata alcuna interferenza al riguardo da parte di altri al di fuori di Italia Futura". Fini ha scelto il suo profilo Facebook per difendersi: "E' falso che il signor Totaro sia socio dell'avv. Elisabetta Tulliani. Non ho avuto alcun ruolo nella sua candidatura, proposta da Italia Futura, e lo dimostra che il candidato di Fli nel cappello di lista in Puglia è l'on. Ruben".
Partito distrutto - Inutile soffermarsi sulla rabbia del partito pugliese di Fini: il Fli locale sta per chiudere, causa fallimento (e tutto ciò a un giorno dalla deadline per presentare le candidature). Lo scontro non è più arginabile. Da una parte i dirigenti locali erano convinti di poter strappare un posto in parlamento, ma Gianfry ha deciso di candidare in Puglia solo non pugliesi. Dall'altro lato c'è la base futurista, un manipolo di duecento militanti che inveisce contro il presidente della Camera e che chiede le dimissioni del coordinatore regionale Francesco Divella.
Le nomine - Il punto è che sulle nomine ha deciso Divella, applicando le decisioni del "grande capo" Fini. In Puglia per la Camera verranno eletti solo dirigenti nazionali di Fli. Il quadro è stato presentato dalCorriere del Mezzogiorno in un lungo retroscena che descrive un partito vicino al collasso: alla prima prova elettorale su scala nazionale, i futuristi, dilaniati dalle lotte interne, rischiano di sparire.
Imbucati e salvati - Tra tutte le situazioni limite, la più ingestibile è proprio quella pugliese: il coordinatore Divella, secondo le indiscrezioni, sarebbe a un passo dalle dimissioni. E come Divella, anche Gianmarco Surico (aspirante parlamentare) e il manipolo di dirigenti (fa eccezione solo Salvatore Tatarella). Nelle liste di Fli, che si prepara a un clamoroso flop alle urne, compaiono soltanto dirigenti nazionali. C'è Fini, ovviamente. Ma anche Italo Bocchino (probabilmente in Campania) e Roberto Menia (proprio in Puglia). E i giochi, di fatto, si chiudono qui: alla Camera, con tutta probabilità, non ci saranno più di due finani.
Arrivano i "tullianos" - Gli scandali più difficili da digerire per la base futurista, però, si concretizzano al Senato. In corsa c'è Alessandro Ruben (consigliere dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane) e, soprattutto, come accennato, anche Mario Totaro. Quest'ultimo, sottolinea il Corriere, è l'imprenditore putignanese che alla moglie di Fini, Elisabetta Tulliani, è legato da un accordo commerciale. Nel dettaglio, gli affari dei Totaro-Tulliani sono quelli relativi alla Mafrat di Totaro stesso, che distribuisce la linea di moda Dandyl'EN, creata daNicoletta Romanof (figlia di Giuseppe Consolo, l'avvocato che difese Fini nel caso Montecarlo) e appunto da Elisabetta Tulliani.
La smentita della Tulliani - Elisabetta Tulliani ha dal canto suo smentito di essere socia di Totaro. "E' falsa e destituita di ogni fondamento che io sia socia del signor Totaro. La Mafrat è unicamente licenziataria del marchio Dandyl'en come di altri ben più prestigiosi marchi di abbigliamento per bambini tra cui Ferrari, Biagiotti e Scervino", ha dichiarato la compagna di Fini. "Stupisce il fatto che quotidiani importanti pubblichino notizie del genere senza nemmeno interpellare gli interessati", ha aggiunto.
La difesa di Totaro - Totaro, da par suo, spiega che "in relazione a fantasiose notizie di stampa circa la genesi della mia candidatura, faccio presente di essere iscirtto a Italia Futura fin dal 2011. Essendomi stato richiesto direttamente dalla direzione regionale di Italia Futura in Puglia di candidarmi come capolista al Senato nella lista per Monti, ho accettato volentieri l'incarico. Non vi è stata alcuna interferenza al riguardo da parte di altri al di fuori di Italia Futura". Fini ha scelto il suo profilo Facebook per difendersi: "E' falso che il signor Totaro sia socio dell'avv. Elisabetta Tulliani. Non ho avuto alcun ruolo nella sua candidatura, proposta da Italia Futura, e lo dimostra che il candidato di Fli nel cappello di lista in Puglia è l'on. Ruben".
Partito distrutto - Inutile soffermarsi sulla rabbia del partito pugliese di Fini: il Fli locale sta per chiudere, causa fallimento (e tutto ciò a un giorno dalla deadline per presentare le candidature). Lo scontro non è più arginabile. Da una parte i dirigenti locali erano convinti di poter strappare un posto in parlamento, ma Gianfry ha deciso di candidare in Puglia solo non pugliesi. Dall'altro lato c'è la base futurista, un manipolo di duecento militanti che inveisce contro il presidente della Camera e che chiede le dimissioni del coordinatore regionale Francesco Divella.
Le nomine - Il punto è che sulle nomine ha deciso Divella, applicando le decisioni del "grande capo" Fini. In Puglia per la Camera verranno eletti solo dirigenti nazionali di Fli. Il quadro è stato presentato dalCorriere del Mezzogiorno in un lungo retroscena che descrive un partito vicino al collasso: alla prima prova elettorale su scala nazionale, i futuristi, dilaniati dalle lotte interne, rischiano di sparire.
Imbucati e salvati - Tra tutte le situazioni limite, la più ingestibile è proprio quella pugliese: il coordinatore Divella, secondo le indiscrezioni, sarebbe a un passo dalle dimissioni. E come Divella, anche Gianmarco Surico (aspirante parlamentare) e il manipolo di dirigenti (fa eccezione solo Salvatore Tatarella). Nelle liste di Fli, che si prepara a un clamoroso flop alle urne, compaiono soltanto dirigenti nazionali. C'è Fini, ovviamente. Ma anche Italo Bocchino (probabilmente in Campania) e Roberto Menia (proprio in Puglia). E i giochi, di fatto, si chiudono qui: alla Camera, con tutta probabilità, non ci saranno più di due finani.
Arrivano i "tullianos" - Gli scandali più difficili da digerire per la base futurista, però, si concretizzano al Senato. In corsa c'è Alessandro Ruben (consigliere dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane) e, soprattutto, come accennato, anche Mario Totaro. Quest'ultimo, sottolinea il Corriere, è l'imprenditore putignanese che alla moglie di Fini, Elisabetta Tulliani, è legato da un accordo commerciale. Nel dettaglio, gli affari dei Totaro-Tulliani sono quelli relativi alla Mafrat di Totaro stesso, che distribuisce la linea di moda Dandyl'EN, creata daNicoletta Romanof (figlia di Giuseppe Consolo, l'avvocato che difese Fini nel caso Montecarlo) e appunto da Elisabetta Tulliani.
La smentita della Tulliani - Elisabetta Tulliani ha dal canto suo smentito di essere socia di Totaro. "E' falsa e destituita di ogni fondamento che io sia socia del signor Totaro. La Mafrat è unicamente licenziataria del marchio Dandyl'en come di altri ben più prestigiosi marchi di abbigliamento per bambini tra cui Ferrari, Biagiotti e Scervino", ha dichiarato la compagna di Fini. "Stupisce il fatto che quotidiani importanti pubblichino notizie del genere senza nemmeno interpellare gli interessati", ha aggiunto.
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