Una situazione ai limiti del paradossale. A 5 giorni dalla scadenza del 26 gennaio i contribuenti non sanno ancora se dovranno pagare oppure no, l’Imu sui terreni agricoli.
Oggi sarebbe dovuta arrivare la sentenza del Tar del Lazio, chiamato a decidere sulla sospensione delle regole approvate lo scorso 28 dicembre. Ma a quanto pare anche il Tribunale amministrativo Regionale ha deciso di lavarsene le mani, rimandando la discussione a una nuova udienza.
A questo punto sale il rischio che i proprietari di terreni agricoli debbano pagare immediatamente quanto dovuto, anche senza sapere se le decisioni prese il mese scorso dal governo siano legittime oppure no.
Imbufalite le associazioni di categoria. Agrinsieme, il cartello delle associazioni del mondo agricolo, dichiara:
«Rivivono i criteri altimetrici congelati sino ad ora creando il caos per i versamenti che non potranno essere realizzati in un lasso di tempo così ristretto».
Ancora più pesante Michele Malfatti, coordinatore della Consulta dei Piccoli Comuni di Anci Liguria:
«Se questa notizia sarà confermata nella pubblicazione della sentenza, e anche se l’esenzione fosse di fatto ripristinata per il 2015, ai Comuni montani italiani verranno letteralmente scippati 350 milioni di euro»
Secondo l’associazione, la decisione del Ministero del Tesoro, arrivata nel momento in cui i bilanci comunali erano già chiusi:
presenta elementi di grave pregiudizio a partire dall’incertezza dei criteri applicativi, con particolare riguardo all’altitudine delle sedi comunali, fino alla violazione di principi fondamentali quali l’irretroattività delle norme».
Duro il giudizio Coordinamento di Cia, Confagricoltura e Alleanza delle Cooperative Agroalimentari
«Il silenzio assordante del Governo, che nel Consiglio dei ministri di ieri non ha preso alcuna decisione sull’argomento dimostra ancora di più l’indifferenza verso le legittime aspettative delle imprese agricole, per una revisione di un tributo considerato dalla stessa politica e dall’Anci iniquo e vessatorio».
Le varie associazioni sono concordi nel chiedere un intervento immediato del Governo: una proroga della scadenza che consenta di rimodulare i criteri di esenzione per l’Imu sui terreni agricoli.
Da parte sua l’Esecutivo fa sapere che:
«intende stabilire dall’anno 2015 in poi il ripristino dell’esenzione ai fini del pagamento dell’Imu dei terreni agricoli montani, avendo come base di riferimento l’elenco dei comuni della cosiddetta “montagna legale” elaborato dall’Istat ai sensi della legge 991/1952, e quindi ripristinando la situazione originaria di totale esenzione dal pagamento dei terreni agricoli montani, escludendo dal pagamento altresì gli agricoltori professionali nei comuni parzialmente montani ai sensi della predetta normativa».
Non si sa nulla però sull’anno 2014. I parlamentari del PD hanno dunque deciso di intervenire chiedendo al Governo di recepire gli stessi criteri "ai fini della definizione del contenzioso in atto relativamente all’annualità 2014”.
A questo punto appare sempre più probabile che i contribuenti saranno costretti a pagare entro il 26 gennaio l’Imu sui terreni agricoli. Ingiustizia è fatta.
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