LO SCIOPERO DEL 22 SETTEMBRE PER GAZA. Una sceneggiata che non porterà nessun risultato!
Nel mondo oggi sono in corso circa 56 guerre e lotte tribali poco conosciute: dall’Asia (Yemen, Siria, Myanmar, Afghanistan…) all’Africa (Somalia, Sudan, Repubblica Democratica del Congo…) all’America (Haiti, diverse regioni del Messico…) devastanti per le popolazioni. Secondo il settimanale Vita i morti nel 2024 sono stati 61.353. Ma questi conflitti sono silenziosi e dimenticati agli occhi dell’opinione pubblica poiché i morti sono ritenuti “figli di un dio minore”. I più conosciuti sono quelli Russia-Ucraina e quello della Striscia di Gaza per la quale Usb e i sindacati di base (Cub, Adl, Sgb) hanno indetto per lunedì 22 settembre uno “sciopero generale” per chiedere al Governo italiano e all'Unione Europea una presa di posizione nei confronti di Israele e per esprimere solidarietà alla popolazione civile palestinese.
La posizione del Governo Italiano è stata chiaramente espressa dal presidente Meloni il 21 agosto affermando: “L’Italia afferma con fermezza il proprio impegno a favore della pace, della sicurezza e del rispetto del diritto internazionale.(…) Sarebbe necessario un impegno collettivo per giungere a un cessate il fuoco e al rilascio degli ostaggi, rafforzando lo sforzo internazionale per assicurare l’assistenza umanitaria che è urgentemente necessaria alla popolazione civile della Striscia. (…) L’Italia continuerà a sostenere gli sforzi dei mediatori in questa direzione ed è pronta a fare la sua parte in uno scenario post-conflitto”. Ovviamente, essendo un Paese dell’Unione Europea e della Nato, non ha totale libertà di decisione.
Più interessante è la seconda motivazione dello sciopero: “esprimere solidarietà al popolo palestinese”. E qui non ci siamo proprio! Mostrare solidarietà con manifestazioni e grida? Voi siete talmente ingenui da ritenere che al popolo palestinese interessi ciò? Su, non scherziamo, i palestinesi attendono da noi ben altro! Attendono cibo e viveri per sopravvivere!
Come è possibile rispondere alle loro esigenze? Con la creatività che i sindacati non hanno, racchiusi nel comodo: “si è sempre fatto così”, scordando che le società si trasformano velocemente e quindi servono nuove modalità di sciopero.
Una proposta allora. Perché non aprire piattaforme in cui il singolo lavoratore pur proseguendo la sua professione quotidiana possa offrire 1/30 del suo stipendio per questa povera gente? Perché non esigere dalle autorità italiane che le navi con aiuti umanitari giungano a Gaza? Questo vuol dire esprimere solidarietà, il resto sono chiacchere da bocciofila!
Cari amici, senza queste condizioni, lo sciopero del 22 settembre è puro folclore. Sapete chi ci guadagnerà: gli enti statali e quelli privati che si metteranno in tasca ciò che risparmieranno sugli scioperanti.
Svegliatevi sindacati e lavoratori!
#gaza#scioperopergaza
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